
Perché sempre più connazionali lasciano l’Italia
Sono cifre da esodo quelle che dirama l’ultimo rapporto ISTAT, le cancellazioni anagrafiche per l’estero (emigrazioni) sono aumentate negli ultimi anni del 82%. Attualmente sono circa 6 milioni gli italiani iscritti all’AIRE (Associazione Italiani Residenti all’Estero). La maggior parte delle partenze avviene dalle regioni del nord, Molti sono i pensionati che decidono di andare a vivere in altri paesi ma altrettanti i giovani che vanno a lavorare all’estero, si tratta, in questo caso, di un laureato su tre e la mèta prediletta è il Regno Unito, sì, proprio quel paese che secondo certi analisti finanziari, politici e giornalisti nostrani e non solo, doveva fallire miseramente dopo l’uscita dall’Unione Europea (e non avevano nemmeno l’Euro), e che invece si è rivelato essere il paese più dinamico e in salute di tutta l’area.

Il numero degli italiani residenti all’estero negli ultimi anni (da moltiplicare per mille) si tratta di un vero ESODO
Dopo una breve rallentamento dovuto ai lock down della pandemia, l’esodo è ripreso con ancora più forza, se è dovuto anche alle restrizioni che hanno privato i cittadini della libertà o perché in alcuni paesi come la Slovenia, la Bulgaria, il Portogallo, la Grecia o e la Spagna -Canarie in primis – le mete più gettonate, la vita è generalmente meno cara e, soprattutto, la pensione risulta essere parecchio più elevata per la differenza di tassazione rispetto all’Italia.

I motivi
Insomma, gli italiani lasciano il Belpaese, alcuni a malincuore, altri meno, perché credono che la vita all’estero offra più possibilità di lavoro, più libertà e meno tasse. I politici italiani dovrebbero fare una riflessione importante su questo, visto che ogni italiano che decide di espatriare perché qui non si trova bene, quali che siano i suoi motivi, è una sconfitta per la nostra comunità e per la nostra economia.
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