
La pirateria dopo la caduta dell’Impero Romano
Dopo la caduta dell’impero i saraceni comparirono nel mediterraneo.
Verso i primi del IX secolo l’Italia versava in condizioni a dir poco penose. Le discese dei Longobardi, Goti, Visigoti, Vandali ed aggressori di ogni genere avevano portato alla quasi totale distruzione del litorale del basso Lazio. Solo Gaeta e Terracina resistevano ancora agli attacchi ed alla miseria, Formia fu completamente distrutta e scomparve anche dalle cartine solo nel 1861 riacquistò la sua identità nominale e di città. Le isole invece godevano di una certa libertà e spensieratezza dovuta al fatto che i popoli aggressori non erano dotati di flotte navali, il mare pescoso, la ricchezza di alberi da frutta e colture ortofrutticole, trasformarono l’isola in una piccola oasi.

Purtroppo ben presto le piccole ma rapide ed agguerritissime flotte provenienti dal medio oriente iniziarono anche a solcare le acque del tirreno centrale. La bandiera con la mezza luna ben presto diventò motivo di terrore per i ponzesi. Infatti alcuni nuclei autonomi dotati di spirito di avventura iniziarono ben presto a saccheggiare il litorale tirrenico arrivando sin sulle coste dell’isola.
Le isole pontine subirono la prima aggressione nell’ 813. Una quarantina di navi saracene si spinsero fino a Ponza , assaltarono il centro abitato ed il monastero di Santa Maria, facendo prigionieri tutti i monaci e molti abitanti dell’isola. Non contenti depredarono e massacrano tantissime persone, l’attacco fu cosi spietato che ancora oggi non si ricordano massacri altrettanto sanguinosi, aiutati della inoffensività delle autorità che governavano l’isola si ritirarono indisturbati.
Questo primo attacco a Ponza fu il preludio di un periodo buio che culmino con l’insediamento nell’877 degli arabi in Sicilia. Infatti le scorrerie dei pirati si fecero cosi frequenti e spregiudicate che oltre ai continui attacchi alle isole iniziarono anche ad attaccare tutti i paesi della riviera tirrenica. Con la loro tattica di guerriglia estremamente audace si spinsero fino a Roma e nell’846 assaltarono le basiliche di San Pietro e di San Paolo.
L’arcipelago pontino subì un vero e proprio esilio, poiché la presenza dei pirati saraceni stanziatisi oramai alle foci del Garigliano e nei presso della cittadina di Scauri sul monte argento, rendevano Ponza una base avanzata perfetta per condurre scorrerie sui paesi costieri che andavano da Formia ad Anzio. Nonostante una sconfitta inferta alla flotta araba dalle navi papaline di Giovanni VIII nell’877, non si ottenero i frutti sperati, ad i pirati continuarono ad usufruire dell’isola come punto di approdo e rifornimento ancora per anni. Solo nel 915 una lega guidata da Papa Giovanni X che comprendeva : i duchi di Benevento, Salerno, Gaeta, Capua, Camerino, Spoleto, e Napoli si mosse contro i Saraceni stanziatisi presso le foci del Garigliano. Dopo una sanguinosa guerra di tre mesi gli invasori vennero scacciati. Le isole godettero così come tutto il Lazio di una ritrovata tranquillità sotto l’influsso di un nuovo monachesimo, e al pace durò per quasi 500 anni .
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